Disastro creativo
I disastri, sebbene innegabilmente tragici, creano nuove risorse e opportunità per progredire nella progettazione e creazione di comunità sane e reazioni imprenditoriali innovative; questo è ciò che dimostrano alcune università americane (Javier Monllor della DePaul University di Chicago).
Anche Eric Weiner nel suo articolo intitolato “La Firenze rinascimentale era un modello di innovazione migliore della Silicon Valley” riporta come eventi devastanti nella Firenze rinascimentale e ad Atene, saccheggiati dai persiani, abbiano prodotto eventi sorprendenti:
“Gli innovatori devono chiedersi costantemente: cosa può venire da questo? Dov’è nascosta l’opportunità in mezzo all’angoscia? “…… Non mirare a restaurare un passato glorioso e probabilmente illusorio. Usa invece la catastrofe per creare qualcosa di completamente nuovo.”
L’unica cosa certa, oggi come allora, è che c’è bisogno di una rinascita che non significa necessariamente cancellare il passato, ma che sia capace di innovare sulla base del passato.
Innovare significa fondamentalmente creare un cambiamento positivo nello stato delle cose esistenti e questo può avvenire sia a livello di prodotto che di sistema.
Nel rispetto e valorizzazione della cultura e dell’identità, quello che mi auguro è che la globalizzazione dei mercati da un lato e la spinta tecnologica dall’altro amplifichino i tanti talenti per non disperdere le conoscenze acquisite.
Questi erano concetti rinascimentali. Oggi sono di nuovo predominanti nel mondo dell’innovazione esponenziale. L’importante è non restare immobili. Cominciamo oggi perché l’azione ha in sé il potere del cambiamento.