Mostra Andropos
‘La mia storia creativa inizia al liceo artistico di Firenze nel 1968, un anno pieno di proteste studentesche e tumulti rivoluzionari. Un momento importante è stato quello in cui ho scoperto un grande artista, Alberto Giacometti, che mi ha permesso di capire ciò che per me Dalla rappresentazione del corpo umano sono passato a un’immagine astratta che mi permette la non identificazione dell’individuo, un ritorno all’effigie senza carattere o razza, una figura universale che posso collocare in contesti senza riferimento al luogo o alla situazione. Quello che cerco è di isolare nel tempo e nello spazio una condizione che appartiene a tutti noi. Le mie figure possono essere scheletriche o esageratamente gonfie, con pance abnormi sostenute da gambe sottili, e tutte rappresentano una buffa presa di coscienza della nostra fragilità esistenziale.”. |