Artigianato Digitale
Quando parliamo di “artigianato digitale” cosa intendiamo?
Per alcuni la tecnologia applicata all’artigianato è ancora da considerarsi “Artigianato”, non è il mio punto di vista, ma ne parleremo forse in un altro momento.
Adrian Cheng, fondatore di K11 e punto di riferimento indiscusso sui nuovi modelli di distribuzione in Cina, ritiene che l’industria cinese abbia da tempo raggiunto la manifattura europea in termini di innovazione tecnologica, creatività e design. Cheng ha ribadito che l’unico aspetto su cui i produttori asiatici non possono competere con l’Europa è proprio quello del know-how ereditato dalla tradizione.
Ma la tradizione da sola non è e non sarà sufficiente per competere sui mercati internazionali e quindi si può e si deve parlare di “artigianato digitale”. Le parole possono essere fuorvianti. Non si tratta, dal mio punto di vista, di sostituzione e/o completamento del processo di lavorazione da parte della macchina, ma solo ed esclusivamente di supporto al processo nelle due fasi di progettazione e di distribuzione.
Quello che cambierà è il modo in cui i prodotti verranno presentati e di conseguenza scelti dal consumatore. Inoltre, grazie alle nuove tecnologie sarà possibile dialogare virtualmente con l’artigiano per la personalizzazione del prodotto. Aiutati dalla tecnologia, gli artigiani potranno così fare ciò in cui sono maestri: soddisfare i desideri di una clientela internazionale molto esigente, creando pezzi unici.
Il connubio tra digitale e artigianato può sembrare incoerente ma in realtà è l’unico modo per ricomporre un’alleanza tra creatività e manifattura tradizionale e generazioni diverse che hanno bisogno di trovare punti di contatto. È proprio sulla gestione di questi, apparenti, opposti che l’artigianato digitale si fonda.