Marco Orlandi
La sua storia creativa inizia con una esperienza di sordità. All’età di 18 anni dopo un incidente e’ rimasto completamente sordo per 3 mesi.
Da quell’esperienza nasce il Sentimento Creativo una spinta espressiva, una potenza creativa che lo condizionerà per tutta la vita.
Un’esperienza così profonda ed intensa ha fatto germogliare qualcosa di meraviglioso. Vi riporto il nostro colloquio telefonico in attesa di poterlo andare a trovare la prossima estate, la persona di cui vi parlo è MARCO ORLANDI.
Mi racconti un po’ di te?
Dopo quel periodo molto intenso ho studiato il processo e compreso come la creatività e l’espressività sono estremamente legate e connesse al linguaggio.
Mi occupo di insegnamento delle discipline creative proprio in virtù di questa esperienza che mi consente di insegnare a chiunque a disegnare e ad esprimersi creativamente.
La mia espressione creativa si concretizza in molti altri ambiti tra i quali la poesia, ho scritto 2 Libri di poesie e vinto anche premi letterari, l’artigianato occupandomi di complementi d’arredo e di sculture luminose, e l’attività museale ho recuperato una cartiera del 1800 nella quale produco carta a mano.
L’opificio è diventato un centro di formazione arti e mestieri nel quale cerchiamo di divulgare l’immenso patrimonio artistico artigianale italiano legato alla carta e a tutto il suo ciclo lavorativo fino alla stampa a caratteri mobili e alla legatoria.
Quali sono le fasi preliminari ad un progetto creativo?
Il processo creativo nasce da una necessità interiore. Negli esseri umani c’è una fonte energetica potente che chiede di essere manifestata.
Per coloro che hanno capacità creative questo processo si concretizza nella necessità di esprimersi e per me personalmente di farlo con il segno e con il colore.
Molti principianti credono che basta mettersi davanti ad un foglio bianco e trovare lì dentro le cose da esprimere. In realtà sulla tela non troviamo altro che ciò che abbiamo immaginato e soltanto quando questo è estremamente definito si puo’ iniziare a lavorare, ma tutto deve essere perfettamente chiaro dentro la mente.
Molti lavori dei principianti e dei dilettanti restano in fase simbolica proprio per questo motivo perché essi attingono al simbolo e al significato grafico che preesiste in ognuno.
Quanti tentativi servono per arrivare all’idea che scaturisce dalla mente?
Nel mio caso particolare il lavoro e completamente realizzato a livello mentale, io non posso affrontare un dipinto se non ho chiaro dentro di me tutte le fasi fino al risultato finale è come se io dipingessi nella mia mente.
Non avendo molto tempo a disposizione cerco di svolgere tutta l’attività preparatoria con l’immaginazione creativa che è un processo che si può apprendere .
Se pensiamo ai grandi artisti gli stessi schizzi o bozzetti sono delle opere d’arte. Cosa ne pensi?
Tutti noi abbiamo l’idea che le opere d’arte siano quei bei disegni completi, che il lavoro pittorico sia bello e compiuto soltanto quando è completamente realizzato. Cioè noi crediamo che le cose lì nel quadro siano l’effettiva trasposizione delle cose che sono qui nel mondo reale. Questo non è affatto vero.
Io sono terrorizzato da alcuni miei colleghi che devono necessariamente finire il lavoro completarlo fino all’ultimo centimetro del foglio o della tela. Alcune volte li acquisterei mentre lavorano tanto sono belli nella loro fase non completa.
Ci sono davvero dei capolavori eppure i loro autori sono ossessionati dal lavoro finito che li lasciano morire dentro quella spessa coltre di inutile segno e colore.
Molti dei miei lavori hanno questa caratteristica cioè di avere una parte completamente evanescente che lascia al soggetto che guarda un livello di partecipazione al mio lavoro che poi il compito dell’opera d’arte quella di consentire a chi guarda di entrare lì dentro e metterci qualcosa di suo.
Si parla molto di Artigianato digitale, quale e’ la tua opinione a riguardo?
Bisogna distinguere una cosa è la sostanza della creatività cioè la sua idea il motivo che sottostà ad una creazione ed una cosa sono gli strumenti che noi utilizziamo per arrivare a quella realizzazione.
Gli strumenti digitali sono degli strumenti ma per molti che non hanno accesso alla sostanza delle questioni lo strumento digitale diventa l’idea stessa. Molti sono convinti che basti saper usare qualche texture di photoshop o un programma per la grafica 3D per poter inventare qualcosa.
Continuo a dire che sono due cose distinte una ha bisogno dell’altra. Io l’utilizzo costantemente soprattutto nella realizzazione degli oggetti luminosi ma credo che bisogna comunque porre una distinzione fondamentale tra l’oggetto della creatività e la tecnica per realizzarlo.