Esercizi e Botteghe Storiche
Siete mai entrati in un esercizio storico italiano?
Sono luoghi incantati dove sembra di tornare indietro nel tempo, dove tutto parla di tradizione e cultura. Per essere appellati “esercizi storici” si deve aver esercitato per almeno 50 anni l’attività nello stesso settore economico, senza interruzione di continuità.
Molti dei Maestri Artigiani hanno il loro studio in Botteghe Storiche in cui si conservano gli arredi originali, gli stessi utensili e la stessa insegna da oltre 100 anni.
Firenze, Bologna, Genova, Palermo, per citarne alcune, hanno una regolamentazione ad hoc per tutelarne il valore e anche a livello nazionale esiste un albo delle imprese storiche. Purtroppo, come spesso accade, la regolamentazione locale non rispecchia quella nazionale né in termini di lessico né in termini di anni necessari per tale riconoscimento ma ci accontenteremo della corretta mappatura, se fosse garantita.
A tal proposito ho preso un caffe’ virtuale con il Presidente dell’Associazione degli Esercizi Storici di Firenze il Maestro Artigiano Gabriele Maselli corniciaio, vi riporto la nostra chiacchierata:
Si ricorda un periodo così difficile in città?
Non credo di potermi ricordare direttamente un momento così difficile se non dai racconti di mio padre sull’alluvione. Quello del 1966 è stato un evento catastrofico che una volta passato si portava con sé tutto il desiderio di ricostruzione e di collaborazione per far rifiorire la nostra città.
Questo evento è molto più subdolo, non è ancora finito e consuma tutto il quotidiano, le nostre vite e le nostre attività.
Come è cambiato e come pensa cambierà il vostro lavoro?
Sicuramente molte aziende hanno capito, in questo contesto, l’importanza di dotarsi di una vetrina virtuale per arrivare meglio al pubblico internazionale. Come sappiamo questa non basta da sola, serve visione, serve affidarsi ad esperti mentre noi continuiamo a impegnarci sul prodotto e sulla lavorazione.
Il lavoro cambierà perché dovrà restare al passo coi tempi. L’errore di oggi è che i giovani pensano che l’artigianato sia un’opportunità fatta di molta comunicazione e poco lavoro manuale. È esattamente il contrario.
Fare l’artigiano significa lavorare con metodo e competenza (e non a caso mio figlio Tommaso, ventenne, sta frequentando la scuola dell’Opificio delle Pietre dure dopo aver fatto il liceo artistico e anche esperienza a bottega).
Ogni giorno si deve imparare la disciplina del lavoro oltre a vedere il mestiere da un’altra angolazione, quella culturale e di sapere artistico.
Ci sono o ci sono stati degli aiuti dal Comune, Regione, Stato?
In questo momento ci sono alcuni incentivi e bandi come quelli della Fondazione CR Firenze che con OMA sta supportando il comparto dell’artigianato artistico di Firenze. Ho deciso di non far ricorso ad aiuti perché prevedevano un finanziamento bancario al quale in questo momento preferisco non accedere.
Quali tipi di aiuti auspicate affiche’ le botteghe storiche possano essere preservate?
L’aiuto più concreto per noi è l’ascolto delle nostre richieste. I governanti devono ascoltare le nostre parole e farne tesoro perché trasmettiamo una competenza unica che una volta scomparsa non sarà possibile sostituirla. È la grande forza del nostro Paese che non viene mai abbastanza valorizzata se non da iniziative private. Dovremmo richiedere contributi economici importanti per salvare le nostre.
Per il momento onore e merito ai Maestri Artigiani, alle Città e alle Associazioni che con passione lavorano affinché tanta ricchezza non vada vanificata.
Io dal canto mio, iniziando dalla città di Firenze, vi racconterò le storie di tanti Maestri Artigiani e delle loro Botteghe con foto, video ed interviste con l’augurio che riesca a rendere merito a tanta bellezza, conoscenza e maestria. A presto.